€rnesto
2010-02-13 14:28:31 UTC
Ieri la Polverini, candidata presidente alla regione Lazio per il Pdl,
ha giocato sulle parole per infinocchiare gli elettori: "Ricordo che
si sta ultimando la riconversione della centrale di Torrevaldaliga
Nord a carbone pulito (da olio combustibile). Pertanto ritengo che nel
Lazio non ci sia bisogno di installare nuove centrali nucleari". Ci
sono due menzogne in sole tre righe.
La prima nelle parole "carbone pulito" che non esiste, è come chiamare
termovalorizzatore un inceneritore.
La seconda è che lei non si è detta contraria al nucleare, si è
limitata a esprimere l’opinione che “non ce ne bisogno del nucleare
nel Lazio”, quindi se Scajola o Berlusconi gli dicono il contrario,
anche senza alzare i toni, allora una centrale in riva al Tevere
potrebbe anche mettercela?
Anche il sindaco della Capitale, Gianni Alemanno, ha finto di dargli
man forte: lo ha fatto consapevole che quelle parole avrebbero
ingannato i cittadini e magari destato l’ammirazione del presidente
del Consiglio per la loro scaltrezza.
Per impedire al nucleare l’ingresso nel Paese servono azioni concrete.
Il referendum proposto dall’Italia dei Valori è l’unica strada per
fermare il nucleare di Berlusconi. Solo se tutti i cittadini ci
aiuteranno a promuovere la raccolta firme e a fare una corretta
informazione sui rischi di questa scelta energetica scellerata avremo
la concreta possibilità di farcela.
Ogni regione in mano al Pdl e alla Lega renderà esecutivo il decreto
del Governo ostacolando il referendum: questa è una certezza. Ogni
regione sottratta alla maggioranza di Governo sarà un passo verso la
riaffermazione del referendum dell’87 che vietava l’impianto di
centrali nucleari in Italia. I governatori di Sardegna, Sicilia e
Abruzzo sono fantocci del centrodestra capitolino e per quanto fingano
il contrario sanno già che apriranno le porte ai reattori. Mentre il
referendum compie il suo percorso, solo la determinazione delle Giunte
regionali potrà rappresentare l’ultima ancora di salvezza.
L’Italia dei Valori garantirà un’adeguata ed efficace azione di
contrasto al nucleare, poiché è una priorità nel nostro programma
insieme a altri temi per il rispetto della vita e del territorio come
l’acqua pubblica, la raccolta differenziata e lo sviluppo delle
energie rinnovabili. Non ha senso dire che il nucleare non entra in
una regione se poi ce lo ritroviamo nella regione confinante,
l’obiettivo quindi deve essere raggiunto regione per regione, nessuna
esclusa. Non fatevi ingannare qualora sentiate in campagna elettorale
candidati come Formigoni, Zaia, Cota e Caldoro che si dichiarano
contrari al nucleare. Magari lo sono, ma non alzeranno un dito per non
farlo entrare in regione.
L’Italia dei Valori è contraria al nucleare e si batterà con tutte le
forze affinché venga archiviato. E non sarà isolata nella difesa dei
cittadini, anzi questo obiettivo sarà condiviso dalla coalizione di
centrosinistra nelle singole regioni in cui si vota, Campania
compresa. Scusate se è poco.
Postato da Antonio Di Pietro in Energia |
ha giocato sulle parole per infinocchiare gli elettori: "Ricordo che
si sta ultimando la riconversione della centrale di Torrevaldaliga
Nord a carbone pulito (da olio combustibile). Pertanto ritengo che nel
Lazio non ci sia bisogno di installare nuove centrali nucleari". Ci
sono due menzogne in sole tre righe.
La prima nelle parole "carbone pulito" che non esiste, è come chiamare
termovalorizzatore un inceneritore.
La seconda è che lei non si è detta contraria al nucleare, si è
limitata a esprimere l’opinione che “non ce ne bisogno del nucleare
nel Lazio”, quindi se Scajola o Berlusconi gli dicono il contrario,
anche senza alzare i toni, allora una centrale in riva al Tevere
potrebbe anche mettercela?
Anche il sindaco della Capitale, Gianni Alemanno, ha finto di dargli
man forte: lo ha fatto consapevole che quelle parole avrebbero
ingannato i cittadini e magari destato l’ammirazione del presidente
del Consiglio per la loro scaltrezza.
Per impedire al nucleare l’ingresso nel Paese servono azioni concrete.
Il referendum proposto dall’Italia dei Valori è l’unica strada per
fermare il nucleare di Berlusconi. Solo se tutti i cittadini ci
aiuteranno a promuovere la raccolta firme e a fare una corretta
informazione sui rischi di questa scelta energetica scellerata avremo
la concreta possibilità di farcela.
Ogni regione in mano al Pdl e alla Lega renderà esecutivo il decreto
del Governo ostacolando il referendum: questa è una certezza. Ogni
regione sottratta alla maggioranza di Governo sarà un passo verso la
riaffermazione del referendum dell’87 che vietava l’impianto di
centrali nucleari in Italia. I governatori di Sardegna, Sicilia e
Abruzzo sono fantocci del centrodestra capitolino e per quanto fingano
il contrario sanno già che apriranno le porte ai reattori. Mentre il
referendum compie il suo percorso, solo la determinazione delle Giunte
regionali potrà rappresentare l’ultima ancora di salvezza.
L’Italia dei Valori garantirà un’adeguata ed efficace azione di
contrasto al nucleare, poiché è una priorità nel nostro programma
insieme a altri temi per il rispetto della vita e del territorio come
l’acqua pubblica, la raccolta differenziata e lo sviluppo delle
energie rinnovabili. Non ha senso dire che il nucleare non entra in
una regione se poi ce lo ritroviamo nella regione confinante,
l’obiettivo quindi deve essere raggiunto regione per regione, nessuna
esclusa. Non fatevi ingannare qualora sentiate in campagna elettorale
candidati come Formigoni, Zaia, Cota e Caldoro che si dichiarano
contrari al nucleare. Magari lo sono, ma non alzeranno un dito per non
farlo entrare in regione.
L’Italia dei Valori è contraria al nucleare e si batterà con tutte le
forze affinché venga archiviato. E non sarà isolata nella difesa dei
cittadini, anzi questo obiettivo sarà condiviso dalla coalizione di
centrosinistra nelle singole regioni in cui si vota, Campania
compresa. Scusate se è poco.
Postato da Antonio Di Pietro in Energia |